Dal 24 Febbraio sarà disponibile sul catalogo di Amazon Prime Video la prima stagione di “The Consultant” con Christoph Waltz. La serie mischierà il genere thriller e comedy in chiave dark. Secondo la sinossi, la trama esplora un inquietante rapporto tra capo e dipendente.
L’assunzione del controverso consulente Regus Patoff, magistralmente interpretato da Christoph Waltz, per migliorare le attività di produzione in una società di giochi basati sulla app CompWare, produrrà attriti e nuove dinamiche tra i dipendenti della società.
La prima stagione di “The Consultant” è stata ideata e scritta da Tony Basgallop che in una recente intervista a “Collider” ha affermato le intenzioni di rendere il progetto una trilogia. La decisione verrà presa in seguito anche in base alla risposta del pubblico, senza quindi escludere la possibilità che si tratti di un percorso autoconclusivo.
Le recensioni al momento sono molto contrastanti: i critici hanno elogiato la performance di Waltz ma hanno evidenziato alcune storture nello sviluppo della scrittura e nel ritmo della serie.
Elogi per Christoph Waltz, ma la trama generale di “The Consultant” è un po’ deludente
Al momento, sull’aggregatore di recensioni “Rotten Tomato” la serie ha totalizzato un 75% di espressioni positive della critica contro tuttavia una approvazione del pubblico di poco superiore al 50%. Anche in questo caso viene evidenziata la capacità attoriale di Christoph Waltz che con il fascino minaccioso compensa la sua mancanza di profondità con una presentazione brillante e colpi di scena divertenti.
Per “Variety” la parte migliore di “The Consultant” è Waltz nei panni di Patoff e “Radio Times” ne sottolinea come il personaggio sappia essere agghiacciante ed esilarante allo stesso tempo.
La recensione di “The Hollywood Reporter” aggiunge che la sua performance “rimane innegabilmente divertente, un misto di letture di battute fuori posto e strana fisicità”.
Tuttavia le varie testate di cinema e serie televisive non hanno sorvolato sulle lacune nella trama. Vanity Fair tuona che la storia sarebbe stata più adatta a un lungometraggio e che i buchi legati al mistero centrale non aiutano a dare interesse nel proseguo della visione.
Variety ha poi argomentato come il posto di lavoro sia esplorato in un modo fantasioso e talvolta francamente poco verosimile. L’opinione riportata da “Paste” è più caustica: la storia sfortunatamente non è esaltante. È sì incredibilmente claustrofobico, distopico e sconcertante, ma ciò non basta a rendere interessante il tutto.
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