La prima stagione era da molti considerata perfetta. Una storia d’amore tragica senza precedenti e raccontata come mai nessuno aveva fatto meglio di Netflix, che è riuscito a ricreare una sorta di Romeo e Giulietta dei giorni nostri. Due giovani emarginati che si incontrano e scappano insieme, si innamorano – anche se lo fanno in una maniera un po’ stramba, ma così è come viene presentato il prodotto – e, tra una cosa e l’altra, ci scappa pure il morto.
Questo è The End of the F***ing world. Serie TV britannica creata da Jonathan Entwistle, cui prima stagione è uscita nel 2017 ed ha avuto un grandissimo successo; la seconda è arrivata invece lo scorso 5 Novembre su Netflix.
Per farla breve, i due grandi protagonisti sono Alyssa (Jessica Barden) e James (Alex Lawther) – il fulcro, la loro recitazione, di tutta la serie – sono due diciassettenni che frequentano la stessa scuola. James è convinto di essere uno psicopatico e alla ricerca di qualcuno da uccidere; Alyssa è lunatica e insoddisfatta della propria vita. I due, nella prima stagione, avevano deciso di scappare insieme per sfuggire dagli schemi delle loro monotone vite.
Ma la seconda stagione è stata in grado di essere all’altezza della prima? Scopriamolo!
Di errori, battute repentine e imbarazzi: “The End of The F***ing World 2” mostra cosa vuol dire essere giovani e avere costantemente paura di sbagliare
Dopo gli eventi della prima stagione, Alyssa sta provando disperatamente a lasciarsi alle spalle tutto quello che ha vissuto senza riuscirsi pienamente. E’ ancora tremendamente bloccata nella casa da cui è stata quasi stuprata dal professore Clive Koch (Jonathan Aris) e ripensa costantemente a quello che è successo a James, che lei crede morto. A scuola non riesce mai a concentrarsi e si sente perennemente osservata e giudicata; per questo, lei e la madre decidono di trasferirsi, letteralmente in mezzo al nulla insieme a una parente.
Qui, Alyssa ottiene lavoro come barista in una tavola calda e incontra un ragazzo dolce e gentile con cui decide di sposarsi.
Il primo episodio invece è ambientato altrove, e l’assoluta protagonista è Bonnie, (Naomi Ackie) nuova arrivata di questa stagione, una giovane ex studentessa del dottor Clive Koch, con cui aveva una storia e dal quale era praticamente ossessionata, a tal punto da arrivare ad uccidere un’altra sua studentessa (altra povera vittima di Koch).
Nonostante Koch fosse uno stupratore seriale, Bonnie lo credeva un uomo buono e veramente interessato a lei. Quindi, quando mentre è in carcere apprende la notizia della sua morte, si ripromette che otterrà la sua vendetta su Alyssa, che Bonnie crede essere l’assassina. Una volta uscita di prigione, Bonnie si mette così immediatamente alla sua ricerca.
Per quanto riguarda James…beh, a questo punto è facile capire non sia morto, ma lo spettatore lo vede solo nel terzo episodio. Dopo essere stato ferito nella prima stagione, passa un periodo ricoverato in ospedale, durante il quale riceve una visita dalla mamma di Alyssa, che lo prega di dimenticarla. Gli fa anche scrivere una lettera pensata per spezzarle il cuore, in modo che lei possa andare avanti con la sua vita. Poco dopo aver lasciato l’ospedale insieme al padre, questo ha un infarto e muore, lasciando James completamente solo.
Così va alla ricerca di Alyssa, che sta per sposarsi. E alla fine lei si sposa davvero: solo che durante il rinfresco pensa bene di andarsene, raggiungere James e scappare via con lui (di nuovo). Ed è forse proprio da questo momento che la stagione comincia a prendere forma e a funzionare davvero, quando inevitabilmente si torna ai ritmi che ricordano la prima. Alyssa scappa dal suo matrimonio, James dalla solitudine, e insieme si ritrovano a vivere quel brivido che li aveva accompagnati durante il loro primo viaggio, quando avevano solo diciassette anni e volevano scoprire cosa la vita poteva avere in serbo per loro.
A questo già precario equilibrio – perché Alyssa non ha smesso di essere lunatica e James fragile – va ad aggiungersi Bonnie, che i due raccolgono per la strada e si portano in giro per un giorno, per poi abbandonarla in una farmacia lungo la strada, e che quindi non riesce (almeno non subito) a portare a termine la sua vendetta.
Ci riprova più tardi però, quando Alyssa ha già (ri)detto addio a James e quindi è più debole che mai. E proprio alla fine succede la cosa che mai avevamo immaginato: i tre si salvano a vicenda, rimettendo insieme i pezzi di tre ragazzi spezzati che hanno perso tanto e che in qualche modo possono provare a ricominciare. Di Bonnie alla fine si sa poco, ma il fulcro di tutto rimangono sempre Alyssa e James, che si ritrovano, spargono insieme le ceneri del padre di lui e di fronte a un panorama mozzafiato ammettono di amarsi – in una maniera completamente assurda, bizzarra eppure romantica, un po’ come lo sono loro.
Tiriamo le somme
Tutto questo per dire che la seconda stagione di The End of the F***ing World tenta disperatamente di ripetere il grande successo che era stata la prima…ma senza riuscirci. In un certo senso le tematiche si ripetono, di nuovo alla storia si aggiunge Bonnie che è palesemente aggiunta solo per riportare insieme i due protagonisti (e questo è un peccato vista la grande bravura dell’attrice, che ricorderemo con un sorriso). Non è la prima stagione, quello no, ma come tutti sappiamo è impossibile replicare una cosa che ci è piaciuta tanto partendo da presupposti diversi. Forse la seconda stagione avrebbe dovuto osare di più, o forse era proprio questo lo scopo, riproporre quello che avevamo già visto, ottenendo però risultati diversi.
The End of the F***ing World 2, per quanto delle volte possa sembrare veramente assurdo, parla dell’accettarsi; di quell’accettazione che è la più difficile di tutti e che arriva in un età dove non ci si conosce e quindi a malapena ci si sopporta e si sopporta chi ci sta intorno. In questo mondo avverso e pieno di complicazioni, Alyssa e James si trovano sulla stessa lunghezza d’onda nonostante appiano dal primo momento così diversi e alla fine si amano, accentandosi a vicenda per quello che sono.
Tutto sommato, tre ore che divertono e intrattengono. E che fanno venir voglia di riguardare la prima stagione.
Voi avete amato la seconda stagione come la prima? Vi è piaciuto il personaggio di Bonnie? Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
The End of the F***ing World: seconda stagione
La seconda stagione di TEOTFW tenta disperatamente di piacere come la prima ma non ci riesce. Colonna sonora e recitazione sono sempre al top, e la storia ci ricorda quanto sia importante accettarsi per poter volere bene anche agli altri. Un buon tentativo che poteva sicuramente essere di più.