Nel film “The Marsh King’s Daughter“, diretto da Neil Burger, viene raccontata la storia di una donna le cui radici familiari nascondono un oscuro segreto: suo padre aveva rapito sua madre molti anni prima. Questo dramma, basato su un romanzo best-seller, si svolge in un contesto di tensione e mistero.
La trama si apre con una scena in cui un padre, interpretato da Ben Mendelsohn, insegna alla sua giovane figlia come cacciare nei boschi. Il suo personaggio, Jacob, si rivela essere un uomo dal comportamento ambivalente: è premuroso e protettivo con la figlia, ma al tempo stesso non la risparmia dalle crudeltà della natura. La sua lezione più importante: “devi sempre proteggere la tua famiglia”, suona come un presagio per gli eventi futuri del film.
Jacob, noto anche come il “Re delle Paludi”, vive isolato nelle paludi del Michigan con Beth (Caren Pistorius), che aveva rapito 12 anni prima, e la loro figlia, Helena (Brooklynn Prince). La vita di questa famiglia atipica viene sconvolta quando un estraneo arriva alla loro capanna, dando a Beth l’opportunità di tentare la fuga con Helena, la quale è ignara della sua vera storia.
La narrazione poi ci porta nel presente, dove incontriamo una Helena adulta, interpretata da Daisy Ridley. Ora è sposata e madre, ma il passato riemerge in modo drammatico quando viene a sapere che suo padre è evaso di prigione. Temendo per la sua sicurezza e per quella della sua famiglia, Helena deve affrontare il ritorno del padre e i fantasmi del suo passato.
Il film si sviluppa seguendo le tipiche dinamiche dei thriller, con Helena che inizia a percepire segnali inquietanti della presenza del padre. La tensione culmina quando lei torna alla capanna in cui è cresciuta, dove deve affrontare il padre utilizzando le stesse tecniche di sopravvivenza che lui le aveva insegnato tanti anni prima.
Nonostante la storia intrigante, il film sembra perdere alcuni degli elementi che hanno reso il libro tanto famoso. La regia di Burger si concentra su un ritmo veloce, forse troppo, e non approfondisce a sufficienza i personaggi e le loro motivazioni. Tuttavia, le performance degli attori sono notevoli: Mendelsohn è inquietante nel ruolo del “Re delle Paludi”, mentre Ridley interpreta una Helena combattiva e coraggiosa, e Birmingham offre una performance emotivamente coinvolgente come padre adottivo di Helena, il cui nome è Clark.
C’è un buco enorme nella trama quando Jacob evade dalla prigione alla fine del primo atto. Praticamente resta fuori dalle scene fino al terzo.
Ci viene detto che Helena aveva una relazione significativa con il suo patrigno Clark, ma in questa storia il poliziotto esiste solo per tradurre uno dei tatuaggi che il padre biologico di Helena le ha dato come marchio: significa “proprietà” in Ojibwe, non “famiglia”. Ci viene detto che la madre di Helena si è suicidata diversi anni prima, ma le dinamiche potenzialmente affascinanti del rapporto tra madre e figlia rimangono inesplorate. Il risentimento di Helena nei confronti di Jacob è più facile da articolare rispetto ai risentimenti che lui le ha condizionato ad avere verso chiunque non condividesse “la loro felicità”.
Insomma… il film è carino ma i creatori avrebbero dovuto sfruttare un po’ meglio il romanzo.
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La Recensione
The Marsh King’s Daughter
Nel film "The Marsh King’s Daughter", Helena, interpretata da Daisy Ridley, è cresciuta in isolamento con un padre che aveva rapito sua madre. Quando il padre evade di prigione, Helena si trova a dover usare le abilità di sopravvivenza che lui le aveva insegnato. Il film crea tensione e esplora conflitti familiari, ma non riesce ad approfondire la trama tanto quanto il romanzo da cui è tratto.
PRO
- Il film vanta interpretazioni eccellenti, in particolare quella di Daisy Ridley nel ruolo di Helena. La sua capacità di catturare la complessità emotiva del personaggio aggiunge profondità e intensità alla storia.
CONTRO
- Rispetto al romanzo, il film tende a perdere alcune sfumature e dettagli importanti. Questo può lasciare gli spettatori che hanno letto il libro con la sensazione che il film non sia all'altezza della storia originale.
- Alcuni personaggi secondari non sono sviluppati a fondo come nel romanzo, il che può rendere difficile per gli spettatori stabilire un collegamento emotivo con loro, riducendo l'impatto complessivo del film.