The Outfit è un bel gangster movie che si diverte a capovolgere la sceneggiatura. Bisogna ammettere che è aiutato da un cast niente male guidato da Mark Rylance nei panni di un sarto (o tagliatore, come preferisce definirsi) di nome Leonard che gestisce un negozio all’angolo nella Chicago degli anni ’50 dove i suoi clienti migliori sono membri della mafia (Dylan O’ Brien e Johnny Flynn) che utilizzano la sua boutique per gestire loschi affari.
Fuggendo dalla sua patria londinese dopo la seconda guerra mondiale e dall’avvento dei jeans, Leonard non ha molta scelta se non quella di accettare di fare affari con i gangster. All’inizio di The Ouftfit c’è una dichiarazione triste ma vera su come le piccole aziende di famiglia non sempre hanno il potere di respingere i clienti con cui sono in contrasto, moralmente parlando. Penso alle aziende che sono costrette a pagare il cosiddetto pizzo alla mafia. Una triste realtà molto italiana. Leonard sembra comunque compiaciuto della sua situazione ma è consapevole dei rischi che sta correndo. Nel mentre ama prendersi cura della sua assistente Mable (una Zoey Deutch sottoutilizzata ma efficace), ambiziosa di andarsene da Chicago e viaggiare per il mondo.
Richie e Francis (Johnny Flynn) hanno a che fare con una talpa da scovare e hanno acquistato una copia di una cassetta contenente varie conversazioni che dovrebbero rispondere a molte delle loro domande, come ad esempio chi sta aiutando l’FBI in queste intercettazioni. Leonard si rende conto che niente di tutto questo fa ben sperare per se stesso e Mable e sceglie di sfruttare la sua intelligenza e abilità per mettere i mafiosi l’uno contro l’altro. La storia di The Outfit funge da veicolo per Mark Rylance, abile nell’offrire una performance astuta sotto una facciata di ignoranza, accompagnato spesso dalla narrazione fuori campo che traccia parallelismi con il mondo della sartoria.
Gran parte della suspense in The Outfit deriva dal suo fattore di imprevedibilità (sebbene l’identità della talpa sia abbastanza semplice da capire), perché alcuni personaggi muoiono e altri entrano in un gioco di inganni, non costantemente consapevoli del caos in corso. È una notte apparentemente infinita di inganni psicologici e di tentativi disperati di tenere gli altri all’oscuro di ciò che ancora non sanno.
Senza fare spoiler, un altro personaggio di supporto è un mafioso nero di nome Lafontaine (Nikki Amuka-Bird) che cerca di mantenere il controllo del suo territorio. E anche se la sua presenza sullo schermo dura poco è molto brava nell’interpretare questa capo mafia di origini francesi. Come dicevo prima, il personaggio di Mable scompare dopo un po’, limitando il suo sviluppo. Questa scelta è perdonabile considerando che The Outfit è la storia di Leonard.
Prima degli ultimi 10 minuti, ero sicuro di dare a The Outfit un bel 8 ma poi ho assistito al finale sconcertante che mi ha fatto un po’ storcere il naso. Tuttavia, nel complesso il film mi è piaciuto: Dylan O’Brien e Johnny Flynn brillano nei rispettivi ruoli e la colonna sonora tesa e bizzarra di Alexandre Desplat riesce a creare la giusta suspense durante i colpi di scena. Insomma, The Outfit è un film divertente che ti consiglio sicuramente di vedere.
Se lo hai già visto, fammi sapere cosa ne pensi attraverso i commenti.
La Recensione
The Outfit
Il bello di vedere un film come The Outfit risiede nella consapevolezza che il prossimo colpo di scena è dietro l'angolo. Un abito imperfetto ma nel complesso veste davvero bene.
PRO
- Bei colpi di scena
- Le interpretazioni del cast mi sono piaciute
- Ottima colonna sonora
CONTRO
- Non ho apprezzato lo sviluppo del personaggio di Zoey Deutch
- Anche il finale presenta delle sbavature
Mi aveva incuriosito per l’insolita ambientazione, ma mi ha annoiato in breve, troppi colpi di scena e pure poco credibili. A un certo punto mi sembrava di assistere ad uno dei famosi sketch di Ale e Franz che facevano i gangster e che prendevano in giro un certo tipo di cinema noir esasperato. Bocciato.