Leonardo DiCaprio a caccia di Oscar?
Una storia di sopravvivenza e di vendetta, il nuovo film epico di Alejandro G. Inarritu si dimostra tecnicamente sorprendente come il suo premio Oscar “Birdman.” Ma rispetto a Birdman ci troviamo in un ambiente più violento e selvaggio, in cui tutto si puo’ trasformare in un rischio potenzialmente fatale. Ci possono essere alcuni umani davvero cattivi in questo vecchio west, ma è madre natura che tiene in mano le carte.
Ai margini della civiltà nel 1820, un gruppo di cacciatori di pellicce guidati da Henry (Domhnall Gleeson) viene assalito da una folla inferocita di nativi americani guidati dal capo Elk Dog (Duane Howard), che è alla ricerca di sua figlia rapita. Mentre i cacciatori fuggono dagli attacchi, sono assistiti dalla guida di Glass (Leonardo DiCaprio), che conosce perfettamente queste montagne, e dal ragazzo orfano di nome Falco (Forrest Goodluck), che ora accompagna Glass. Ma, come i sopravvissuti iniziano la loro fuga, Glass viene ridotto in fin di vita da un orso grizzly. Henry assegna il compassionevole Bridger (Will Poulter) e il più cinico Fitzgerald (Tom Hardy) a prendersi cura di lui. Ma Fitzgerald scatta, lasciando Glass quasi morto. Contro ogni previsione, Glass recupera e giura vendetta.
Il titolo si riferisce a qualcuno che ritorna dalla tomba, che è letteralmente ciò che accade a Glass. E Leonardo DiCaprio lo interpreta con intensità e dimostra di essere perfetto per il ruolo, facendo intravedere ai telespettatori la sua tenace volontà di sopravvivere. I flashback rivelano alcuni tratti della sua storia passata, e perché vivere significa tanto per lui. E’ uno dei lavori più visceralmente commoventi di Leonardo DiCaprio. Di fronte a lui, Hardy è un fascio di imprevedibilità, terrificante rabbia, per fortuna contenuta dalla simpatia di Poulter e dal vigile comandante Gleeson, l’unica persona che si prende il tempo per misurare i suoi pensieri. Sono circondati da un cast di supporto di attori formidabili, che appaiono brevemente nelle scene ma riescono a lasciare una importante scia del loro passaggio.
Inarritu dirige ogni scena con esilarante classe, dall’attacco feroce nella scena d’apertura a una straordinaria sequenza di caccia a cavallo a ridosso di una scogliera. Il terreno montagnoso è un personaggio a se della storia, spingendo ogni uomo al limite. Nel frattempo, lo script si riempie di intriganti dettagli tematici, dall’elemento uomo-contro-natura allo scontro violento tra intrusi europei e la popolazione indigena. Così, alla fine, il film diventa molto più di una semplice storia di vendetta.
Questa è una storia sulla fragilità e la resistenza che sono costruiti nella natura umana. E’ anche un’esplorazione sorprendente sull’impatto di machismo avido (le poche donne sono vittime o angeli). E questi temi forti assicurano che il cervello degli spettatori resti impegnato come il coraggio dei protagonisti del film.
La Recensione
Il Verdetto
Si sente meno come una storia di vendetta e più come un inno alla bellezza viscerale della natura e della forza selvaggia inarrestabile che è la vita; è anche un capolavoro visivo e un grande pezzo di cinema vecchia scuola. Non è perfetto, soprattutto nella parte finale del film dove il ritmo è un po' fuori, ma The Revenant - Redivivo è una poesia primordiale. Da vedere!