Le scene di apertura di The Sandman di Netflix sono mozzafiato. Il che è di buon auspicio per il proseguo della prima stagione. Osserviamo un bellissimo corvo volare dal mondo della veglia degli umani nel regno del signore dei sogni (Sandman), interpretato dal bravo Tom Sturridge. Gli angoli si piegano all’estremo, la luce di fonti sconosciute abbaglia i terreni, creature di incubi e sogni si mescolano, un’eterna biblioteca si ripiega su se stessa. Sono scene incantevoli con colori mozzafiato di un mondo sconosciuto. Eppure questo è anche il nostro mondo, quello in cui entriamo quando chiudiamo gli occhi. Nella sua voce fuori campo, Sandman prende in giro la presunzione degli umani secondo cui i sogni sono del tutto innocui. Eppure, come vedremo nella serie, i sogni possono determinare le sorti del nostro mondo.
The Sandman è un franchise di fumetti horror fantasy scritto principalmente da Neil Gaiman, che è stato anche produttore esecutivo e scrittore dell’adattamento Netflix… il che ha aiutato molto alla serie. Un po’ come ha fatto Saviano con Gomorra. The Sandman racconta la storia di un essere potente che controlla tutti i sogni e gli incubi. Assistiamo ai suoi viaggi tra i due mondi, a come influenza i grandi eventi, così come i suoi viaggi in regni come l’Inferno (un regno che esiste solo a causa delle paure umane). In questa prima stagione, Netflix ha adattato i primi due libri di The Sandman di Gaiman: Preludes & Nocturnes e The Doll’s House.
Ma il termine “adattamento” è quasi un insulto a ciò che i creatori della serie The Sandman hanno fatto. La serie è forse il miglior adattamento cinematografico della grande letteratura fantasy dai tempi della trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Fotogrammi iconici, dialoghi, trucco e costumi dei personaggi. Quasi tutto richiama fedelmente il fascino dei libri.
Non voglio rovinarti gli episodi e quindi sarò leggermente vago su alcuni punti della trama.
All’inizio ci troviamo in Inghilterra, nel 1916, dove un playboy assetato di potere, un leader di una setta chiamato Magus (Charles Dance), desidera ardentemente controllare la morte. Evoca un incantesimo per intrappolare l’incarnazione della Morte, la sorella dell’Uomo Sabbia. Tuttavia, invece di catturare la Morte (Kirby Howell-Baptiste), il Magus e il suo culto catturano Sogno, alias Sandman, insieme ad alcuni dei potenti strumenti di Sogno (elmo, la sabbia e il suo rubino). Con la cattura della Morte, milioni di persone sono improvvisamente colpite da una strana malattia del sonno e muoiono o restano praticamente in coma.
Intrappolato e nudo in una capsula di vetro, Sogno si rifiuta di rivelare qualsiasi cosa ai mortali che lo tengono prigioniero. Per più di un secolo, Sogno non pronuncia mai una parola, rifiutandosi di fornire dettagli ai suoi rapitori, le cui vite si allungano a causa della loro vicinanza ai suoi potenti strumenti.
Dopo la sua fuga, durante i giorni nostri, Sogno torna nel suo regno per trovarlo abbandonato, desolato e distrutto. Per riparare il mondo dei Sogni, deve recuperare gli strumenti che i suoi rapitori umani gli hanno portato via. Così inizia il primo arco narrativo. In scene spesso brutali e cruente, le battaglie tra forze demoniache e divine lasciano molto sangue sulla loro scia. Sogno deve spesso raccogliere i pezzi, cercando di ristabilire l’ordine che – attraverso la sua assenza – è stato compromesso.
Il secondo arco narrativo descrive nel dettaglio il tentativo di Sogno di trovare un’entità chiamata vortice: un’umana, di nome Rose Walker (Vanesu Samunyai) che attira tutti i sogni su di sé, facendo crollare il mondo della veglia e dei sogni e ponendo così fine all’universo. In questo arco narrativo verranno affrontati traumi infantili, conosceremo una convention di serial killer e un gruppo diversificato di coinquilini di Rose che include lesbiche che collezionano ragni, una coppia di Ken e Barbie e una drag queen.
Rose è in missione per trovare il fratello scomparso, attualmente tenuto prigioniero da un padre adottivo non proprio esemplare. Allo stesso tempo, sta scoprendo i suoi poteri di vortice.
Sogno, nel frattempo, deve affrontare il fatto che riparare ciò che è rotto non significa solo ripristinare il mondo come era prima. Anche il suo mondo richiede un cambiamento, poiché i suoi sudditi hanno trovato motivo di abbandonare il loro scopo centrale piuttosto che aspettare il ritorno del loro padrone. La sua rabbia per il loro abbandono alla fine genera simpatia poiché è stata la sua miopia come leader che li ha spinti ad andarsene.
La prospettiva un po’ divina dell’umanità di Sogno ci permette di riflettere sulle stranezze e sulle sensibilità umane: perché temiamo la morte; perché ci aggrappiamo a sogni ovviamente superficiali; perché rinunciamo così tanto all’amore e all’amicizia; perché vogliamo l’immortalità, quando gran parte della vita è dolore? Sebbene a queste domande non venga mai data una risposta adeguata, la crescente curiosità di Sogno su ciò che fa funzionare gli esseri umani rendono il tutto molto coinvolgente, tra cui i dialoghi.
Uno dei motivi per cui ho amato The Sandman è che è prima di tutto una storia horror psicologica, ma è dipinta su una tela cosmica con un fragile pennello fatto di speranza. Le storie intime occupano tanto, se non di più, spazio di quelle che parlano di esseri più potenti degli dei. Ad esempio, Rose Walker sta cercando di trovare il fratello scomparso, affrontando serial killer e corvi parlanti, ma è anche sul punto di distruggere l’universo.
Parlando di casting, non mi soffermerò sui personaggi con inversione di genere poiché i generi dei personaggi del libro erano in gran parte irrilevanti per le loro storie. Ma, in termini di casting, sono rimasto piacevolmente sorpreso dal numero di donne di colore che sono state scelte, non solo come personaggi di sfondo ma come ruoli ricorrenti sullo schermo: Rose Walker (Vanesu Samunyai), sua madre (Andi Osho) e sua nonna (Sandra James-Young) sono al centro della storia; la bibliotecaria di Sogno e la custode del mondo onirico Lucienne è interpretata da Vivienne Acheampong; la morte, come ti ho detto, è interpretata da Kirby Howell-Baptiste; Ann Ogbomo interpreta un incubo che aiuta a cambiare la mente della Morte sul suo scopo.
Alla fine, The Sandman non è stata solo migliore di quanto sperassi, ma anche migliore della serie che avrei mai potuto sognare per questo adattamento. È una serie con tanta tristezza, orrore e malinconia, ma non mi sono mai sentito affogare in queste emozioni. Sostenuta dalla fiducia, dalla salubrità e dall’accettazione, The Sandman è una serie che descrive allo stesso tempo gli orrori dell’umanità e il nostro posto in un’esistenza inconoscibile e terrificante, ma ci mostra anche come la nostra umanità ci unisce per affrontare i fallimenti del mondo e le nostra paure.
E tu hai visto The Sandman? Ti è piaciuta la prima stagione? Dimmi cosa ne pensi attraverso i commenti.
La Recensione
The Sandman 1° stagione
The Sandman di Netflix è un degno adattamento della fonte originale. Probabilmente ispirerà gli spettatori moderni a recuperare il fumetto. La prima stagione ha a malapena toccato la controversa relazione di Sogno con i suoi fratelli Desire (Mason Alexander Park) e Despair (Donna Preston) ma ha lasciato abbastanza briciole da farci venire fame della seconda stagione. Forse hanno esagerato un po' troppo con l'inclusività... ma ormai va di moda. Però bisogna ammettere che tutto il cast è stato approvato da Gaiman. Ho deciso di dargli 8 nonostante... si lo so... John Constantine.
PRO
- Immagini e dialoghi
- Ottime interpretazioni del cast
CONTRO
- Alcune scelte di inclusività esagerate
- John Constantine???
- Alcune puntate sono più noiose di altre