La DC COMICS ripropone un nuovo capitolo del franchise di Suicide Squad e lo fa affidandolo a un regista capace e visionario come James Gunn che tanto bene aveva fatto in casa Marvel con I Guardiani della Galassia, e il risultato finale, in termini qualitativi, sembra aver dato loro ragione.
The Suicide Squad – Missione suicida è uno di quei pochi film in cui la storia che si vuole raccontare assume un ruolo di secondo piano, quasi marginale, e diventa solamente un mero pretesto per presentarci un gruppo di personaggi eccesivi e sballati che interagiscono tra di loro e con gli altri in maniera ironica, irriverente, spassosa e violenta.
E senza lasciare spazio alla mediazione etica e morale esercitata dalle convenzioni sociali comunemente riconosciute.
Per James Gunn insomma, ciò che conta davvero sono i suoi antieroi piuttosto che il contesto narrativo in cui sono inseriti e che funge da semplice pretesto per far muovere e interagire i suoi personaggi.
Ed è questo il vero punto di forza di tutto il film. I suoi personaggi.
Gestire un gruppo nutrito di protagonisti non è cosa semplice e anche se Gunn era già riuscito in passato a condurre perfettamente un gruppo di eroi come I Guardiani della Galassia, non era affatto scontato che riuscisse nuovamente nel tentativo, data la natura antitetica dei membri della squadra suicida.
Se con i Guardiani era riuscito a essere scanzonato e divertente, ora con la squadra suicida riesce, in maniera del tutto sorprendente e convincente, a coniugare la natura spassosa dei personaggi con la loro essenza estremamente violenta e anticonvenzionale.
Il politically correct dei Guardiani e dei film di supereroi in genere va a farsi totalmente benedire per lasciare spazio a un universo condiviso e spassoso, irriverente e cinico, violento ed eccessivo che tanto si discosta dal classico clichè dei cinecomic e che diventa quasi un filone narrativo a sé stante.
I personaggi quindi sono la vera forza di questo film. Ciascuno di loro infatti viene adeguatamente presentato e soprattutto perfettamente caratterizzato.
Idris Elba ha un carisma e una presenza scenica fuori dal comune e il suo Bloodsport ne risente positivamente. Margot Robbie riesce a dar vita a uno dei personaggi migliori mai visti finora nei cinecomic. La sua Harley Quinn è decisamente superba ed è protagonista di una lunga scena d’azione che diventerà indimenticabile e iconica.
John Cena riesce perfettamente ad adattarsi nel ruolo del Peacemaker e a rivaleggiare con Elba per carisma e leadership. E King Shark…beh…è King Shark. Un personaggio totalmente folle e fuori dalle righe che avrebbe potuto essere un fallimento totale e che invece risulta essere la ciliegina sulla torta di sangue che ci viene servita da Gunn.
I dialoghi poi rispettano la natura dei personaggi e sono sempre paradossali, ficcanti e incisivi come sberle sul volto. E anche le musiche riescono a cogliere in ogni momento il ritmo e l’intensità dell’azione. Sia per la scelta dei brani, splendidi e centrati, sia per il tempismo di inserimento nel contesto visivo.
Ma sarebbe un errore limitarci a classificare The Suicide Squad come un semplice film di supereroi con elementi di genialità diffusa conditi da secchiate di sangue fresco. Perché The Suicide Squad è anche un film di critica. Critica morale, critica culturale, critica politica e critica sociale.
È un film sulle ambiguità morali di ciascuno di noi. Su ciò che ognuno rappresenta nella società e su ciò che vorrebbe invece essere. Su ciò che siamo e su come siamo percepiti dal resto del mondo.
È un film che si prende gioco delle derive culturali della società attuale. La sua Bestia con il suo enorme occhio, rappresenta infatti lo specchio grottesco di ciò che la società attuale incarna, con la sua ipocrisia velata da perbenismo mefitico.
È un film sugli inganni e sulle finzioni del nostro tempo. Un tempo nel quale ciò in cui crediamo è spesso il riflesso di quello che vogliono farci credere. Della manipolazione della realtà alla quale siamo costantemente sottoposti affinché le nostre libere e comode vite continuino giorno dopo giorno ad essere comode e libere. Non importa a quale prezzo e a scapito di chi.
È un film che mette alla berlina l’imperialismo americano e che condanna in maniera definitiva il modus operandi degli statunitensi in politica estera.
Con questo film insomma, James Gunn ha fatto tutto ciò che in Marvel non ha potuto fare. Lo ha fatto in maniera scanzonata e dissacrante, irriverente e fanciullesca.
Ma lo ha fatto dannatamente bene.
La Recensione
The Suicide Squad - Missione suicida
Il nuovo film della DC diretto da James Gunn che vede in azione un gruppo di improbabili antieroi alle prese con una missione impossibile, dall'esito della quale dipenderà il destino del mondo. O forse solo il destino delle loro esistenze.
PRO
- Personaggi straordinari
- Dialoghi eccellenti
- Ritmo e azione coinvolgente
CONTRO
- Storia banale
- Distruzioni a volte eccessive