Il 31 marzo sarà in sala la storia di un giovane omosessuale, dei suoi due amici e la loro strada verso la felicità
Lorenzo, Blu e Antonio sono i protagonisti del film “Un bacio“, una storia raccontata e indirizzata agli adolescenti. Tre ragazzi che frequentano la stessa scuola sono vittime di emarginazione, ognuno per motivi differenti. Uno spaccato su adolescenza, prime volte e sull’impatto dei modelli imposti dalla società, che sempre più inglobano i ragazzi.
Il tema del film è il bullismo, soprattutto quello legato all’omofobia: i ragazzi narrano le loro storie ed è il loro punto di vista ad essere protagonista. “Un bacio è contro il nuovo razzismo che mette al muro gli adolescenti“, dice Ivan Cotroneo.
Il bullismo oggi è moltiplicato attraverso varie forme di comunicazione; occorre sopravvivere al web sin da piccoli, in un mondo pieno di etichette. Il regista ha voluto raccontare questa violenza, ma anche l’età delle prime volte e la ricerca della felicità. L’unione e il valore dell’amicizia vengono celebrati, rappresentano l’ancora di salvezza per sopravvivere ad un mondo che pare non comprendere quest’età così particolare.
Lorenzo è omosessuale e non si vuole nascondere; Blu è presa di mira dai coetanei per una relazione avuta con un ragazzo più grande e per questo etichettata come “ragazza facile”; Antonio viene emarginato a causa di una storia familiare particolare che lo ha reso introverso.
Il film è interpretato da Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani e Leonardo Pazzagli, alle prese con il loro primo esordio al cinema e davanti alla macchina da presa. Ragazzi comuni interpretano storie altrettanto comuni, in cui il giovane pubblico può rivedersi, immedesimarsi e sentirsi protagonista compreso.
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Raccontare il mondo dell’adolescenza di oggi non è cosa affatto semplice: i ragazzi vivono costantemente la condizione di “non essere mai abbastanza“. Gli stereotipi invadono la realtà e il loro già precario equilibrio viene messo a dura prova dal confronto, che tutti i giorni essi si trovano a dover affrontare. Non si è mai abbastanza ricchi, magri, belli. Si vive uno stress emotivo continuo, difficile da gestire.
Il flusso delle informazioni a cui soprattutto i giovani sono sottoposti, è un vero e proprio bombardamento. Non vengono alimentate solo curiosità e conoscenza, ma anche l’influenza dettata da modelli negativi.
Puntare il dito contro coloro definiti “cattivi ragazzi“, è cosa semplice; cadere nel paradosso di ritenere il passato tempo migliore del presente ancor di più. Troppe volte l’espressione “ai miei tempi” viene pronunciata dai genitori e sempre di più gli adolescenti finiscono per chiudersi in se stessi, sentendosi alieni incompresi. Difficile è immedesimarsi nei nostri ragazzi, provare a capire cosa sentono e come vivono i tempi e la tecnologia odierna.
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“Un bacio” si concentra sulla tematica della discriminazione legata non solo all’orientamento sessuale, ma estesa a tutto campo; perché quando si inizia a discriminare non si finisce più: non c’è genere e aspetto fisico che tenga. Ogni “diversità” è buon motivo di emarginazione e razzismo, ma come in tutte le cose, c’è sempre un antidoto che può salvare. Qui sarà l’amicizia a trionfare, simbolo dell’anti bullismo e valore di forza.