Per il mio 22esimo compleanno ho avuto la grandissima fortuna di andare a New York. E’ stata un’esperienza breve ma intensa e vi racconto com’è andata.
Dopo 8 ore di volo, in cui ho avuto modo di vedermi alcuni film che avrei voluto vedere da tempo, come The Zookeeper’s Wife, Il Diritto di Contare, Guardiani della Galassia Vol.2 e Lasciati Andare con Toni Servillo (il mio attore italiano preferito), siamo atterrati all’aereo porto John Fitzgerald Kennedy di New York.
Messo piede in città ho sentito l’emozione di trovarmi in un posto in cui ero già stata, ma rivederlo con i miei occhi mi ha fatto sentire tanta nostalgia. Viaggiare è sempre stata una delle mie passioni più grandi.
Appena arrivati abbiamo deciso di farci un giro per il centro, perché il nostro albergo era vicino all’Empire State Building e a Times Square. Dopo aver cenato da Shake Shack che è una catena di ristoranti fast food di New York, dove ho mangiato un hotdog buonissimo, abbiamo fatto una passeggiata molto piacevole.
Il giorno dopo ci svegliamo alle 8 del fuso orario di New York, e ci prepariamo per andare a fare colazione. Era da moltissimo tempo che avevo voglia di una bella colazione americana. Ho assaggiato pure il loro tanto discusso caffè, e fidatevi se vi dico che per un italiano è veramente pessimo!
E anche se ero un pò provata dal volo, abbiamo iniziato la tabella di marcia che ci eravamo prefissati. Prima tappa il World Trade Centre.
Piccola premessa: Ho passato tre mesi a studiare “l’evento” che si è creato attorno al disastro delle Torri Gemelle, e sinceramente ritrovarmi lì di persona è stato molto evocativo.
Studiare come i media e il cinema hanno affrontato l’accaduto a modo loro è stato senza dubbio interessante, ma trovarsi lì davanti mi ha fatto vedere le cose in modo diverso.
Io non ho avuto l’occasione di vedere le Torri svettare su New York, ma senza dubbio ho sentito il vuoto che hanno lasciato.
Dopo aver fatto una bella passeggiata nell’Oculus di Calatrava, che secondo me è lo scheletro di una balena capovolto, abbiamo preso la metro fino al Metropolitan Museum.
L’impressione che mi ha dato questo museo è stata di estrema cura per gli oggetti esposti, creando una passeggiata piacevolmente scenica che però (sempre a mio parere) mi è sembrata un’accozzaglia di stanze scollegate tra di loro.
Per carità, non sto dicendo che non sono dei mentecatti che non sanno creare un percorso cronologicamente sensato, sicuramente avranno avuto i loro motivi per averlo ideato così, ma passare dall’arte egizia a quella dell’America dell’800 è stato un pò uno schiaffo sugli occhi.
In ogni caso, con i suoi alti e bassi, nell’insieme ho veramente apprezzato il Met.
E dopo una piccola sosta al Nintendo Store per prendere un pensierino alla mia dolce metà, torniamo verso l’albergo per cenare con un bel pò di sushi.
Viaggiare è un grandissimo dono che ho avuto modo di ricevere grazie alla mia famiglia, e per questo gliene sarò per sempre grata, perché mi ha dato la possibilità di aprire la mente ad altre culture e ad altri modi di pensare.
Mi manca un pò New York, ma è sempre bello tornare a casa!