Sydney, titolo originale Hard Height, è un film diretto da Paul Thomas Anderson nel 1996. Si tratta del lungometraggio d’esordio del regista statunitense, di cui ha creato anche la sceneggiatura e che ha rappresentato il suo biglietto d’ingresso nel mondo del cinema.
La pellicola racconta di un uomo avanti negli anni, Sydney, interpretato da Philip Baker Hall, giocatore d’azzardo e del rapporto che instaura con un ragazzo più giovane, John (John C. Reilly). Il film comincia con l’incontro tra i due. Sydney trova sulla sua strada John, visibilmente in difficoltà e gli offre un caffè e una sigaretta. L’uomo racconta della sua difficile situazione, ha bisogno di denaro per far fronte alle spese per il funerale di sua madre e accetta un passaggio a Las Vegas, mentre Sydney gli insegna dei trucchi per fare soldi al casinò.
John nel tempo diventa un giocatore professionista, lo ritroviamo nella cittadina di Reno due anni dopo. Conosce Clementine (Gwyneth Paltrow) una cameriera che talvolta si prostituisce. Ad un certo punto, la situazione si complica, i due, innamorati, prendono in ostaggio un uomo, tentano di ricattare sua moglie e chiedono aiuto a Sydney. Nella vicenda, destinata a degenerare, viene coinvolto anche Jimmy, un addetto alla sicurezza del casinò. Proprio Jimmy in seguito ricatterà Sydney per vicende legate al suo passato, il che determinerà il piano di vendetta dell’anziano.
Il gioco come rumore di fondo della vita
Con il termine Hard Height, nel gioco, si indica un lancio in cui entrambi i dadi finiscono sul quattro. Il mondo del gaming è senza dubbio coprotagonista della pellicola, lo sfondo onnipresente in cui si muovono i vari personaggi. L’ambiente è quello dei mitici casinò americani, in cui entrano in scena diverse realtà, spesso problematiche. Un mondo lontano da quello virtuale dei siti di gioco d’azzardo legali, luoghi asettici sicuri e controllati. Sullo sfondo di quei casinò, che comunicano anche l’aspetto glamour del gioco, distante dall’idea di gambling online, si intrecciano le storie di uomini e donne raccontate da Anderson.
Da un lato c’è Sydney, un uomo che ha consumato gran parte della sua vita a giocare d’azzardo, dall’altro John un giovane vagabondo con il quale, per qualche motivo il protagonista instaura subito un legame. Il gioco non è per niente marginale, ma è proprio il canale attraverso cui il rapporto diventa via via più profondo. Il fascino del film parte proprio dal racconto della truffa inziale, con cui Sydney mostra a John come raggirare un casinò per farsi dare una stanza gratis. Quei venti minuti sono fondamentali e agganciano lo spettatore.
Quando dopo due anni li incontriamo a Reno, John e Sydney hanno ormai un rapporto molto stretto, quasi come quello tra padre e figlio. Il giovane conosce Clementine, i due diventeranno una coppia, e anche Jimmy, il cattivo della storia, che istintivamente non piace a Sydney. Tutte le vicende hanno sempre il rumore di fondo del gioco d’azzardo.
Raccontare l’inerzia e le relazioni
Il film può apparire senza una trama, statico, soprattutto nella prima parte. Una sorta di parentesi narrativa che verte su quelle persone, in quel momento, che però ci dà modo di entrare nella storia di empatizzare con i personaggi. A irrompere sulla scena, oltre alla vicenda del ricatto che coinvolge Clementine, vi è poi l’elemento dal passato, che risulta determinante nell’epilogo.
Sebbene il film abbia gli elementi del thriller e del noir, senza che manchino momenti concitati e colpi di scena, in realtà il tutto verte sulla relazione tra Sydney e John. Ma è anche il racconto di una sorta di inerzia che permea certi ambienti, in cui è difficile cambiare le cose, a meno che non si dia inizio a delle reazioni a catena, che portano a cambiamenti inevitabili.
Chi si aspetta un film ritmato e d’azione, resterà senza dubbio deluso. L’indolenza di quegli ambienti è anche nell’andamento della storia. Il film è un viaggio nel mondo di un uomo, Sydney, di cui scandaglia una solitudine e una disperazione sepolti sotto la superficie. Dunque la lentezza di certi momenti è funzionale, e in ogni caso riesce a tenere salda l’attenzione. Magistrali le interpretazioni degli attori, compreso Samuel L. Jackson, che interpreta il cattivo Jimmy. Fondamentali i dialoghi tra i personaggi, che esprimono sempre in modo efficace il loro carattere e i loro pensieri.
Il mondo del gioco d’azzardo, in particolare quello americano nell’epoca che precede la nascita dei casino gambling online è stato raccontato in tantissimi titoli, alcuni dei quali dei veri e propri blockbuster. Sydney non è la pellicola più famosa che tratteggia questo mondo, né la più dinamica o divertente, ma è senza dubbio una visione da recuperare.