Ho deciso di dare 4 a Zero solo perché può essere catalogata anche come una serie sci-fi, con CGI di dubbio gusto purtroppo, altrimenti avrei dato volentieri un 2.
Vivo a Milano e non ho mai visto una ragazza che vive nel bosco verticale flirtale con un rider di Glovo… ma nemmeno lontanamente. Le ragazze milanesi doc sono famose per essere abbastanza snob… la mancia te la scordi se arrivi in ritardo… anche se la colpa non è tua. Questa addirittura ha offerto al tipo di mangiare la pizza insieme a lei… scena del tutto fantascientifica. Volevo cliccare su chiudi ma ho pensato: va beh dai, gli di Zero sembrano divertenti, gli episodi sono corti, diamogli una possibilità.
Avrò fatto bene? Continua a leggere la recensione per scoprirlo.
Di Zero ho apprezzato il fatto che da visibilità a un’etnia che difficilmente vediamo nelle nostre serie tv. C’è da dire che i ragazzi gangster di Zero sono abbastanti rari nei sobborghi milanesi perché i più sono costretti a spacciare o fare furtarelli per campare. Diciamo che sono i gangster che non ti fa aspetti… i Robin Hood del Barrio.
La colonna sonora è un punto forte della serie e si identifica benissimo con l’ambientazione.
Durante la prima scena vediamo nel riflesso di una pozzanghera un ragazzo di colore che corre, con un altro che lo insegue con una pistola, urlando stronzo e altre parolacce. La voce di Zero fuori campo dice: “Fino a pochi giorni fa, ero come l’Uomo Invisibile. Nessuno mi aveva notato finché… non sono arrivati.”
Omar (Giuseppe Dave Seke) vive in un quartiere di Milano chiamato Barrio che è praticamente il quartiere Barona di Milano. Qui vivono per lo più immigrati e, come dice la voce fuori campo, Zero è in gran parte considerato invisibile dalla popolazione della città. Quando era giovane, sua madre gli ha regalato un braccialetto, ma lei non c’è più; gli manca, ma si arrabbia quando vede un suo dipinto nel loro appartamento. Una foto di lei che gioca a basket con indosso il numero 0 è come gli piace ricordarla.
Zero vive con suo padre e sua sorella Awa (Virginia Diop); il loro appartamento sarà ristrutturato e presto verranno cacciati. Omar sta facendo quello che può per aiutare la famiglia. Lavora come rider consegnado le pizze e sogna di trasferirsi in Belgio e intraprendere una carriera nell’arte, disegnando manga con personaggi neri come il suo eroe Zero.
In una consegna nel bosco verticale – quartiere in di Milano – conosce Anna (Beatrice Grannò). Gli racconta la teoria delle “finestre rotte” e di come i quartieri siano in decadenza. Successivamente, mentre Zero vede l’ennesimo scooter in fiamme nel Barrio, cerca di spegnere il fuoco e un ragazzo di nome Sharif (Haroun Fall) inizia a inseguirlo con una pistola, pensando che sia stato Zero a dar fuoco allo scooter. Omar è intrappolato in un magazzino abbandonato, poi afferra il braccialetto di sua madre e scompare.
Zero non è solo un dramma di fantascienza che ha come eroe un fumettista, ma è stato creato da un fumettista. Roberto Marchionni, noto con il suo pseudonimo Menotti, è il creatore della serie tv, ed è divertente vedere che Omar vuole disegnare dei manga con eroi neri. L’idea è che, a causa dei suoi poteri, lui e il suo personaggio manga Zero diventeranno la stessa cosa. Guardando Zero ho apprezzato come esplora alcune questioni che la popolazione immigrata in Italia deve affrontare ogni giorno, dalla criminalità ai ricchi bianchi che li considerano invisibili, così come il potere di Zero.
Purtroppo è l’unica cosa che sono riuscito ad apprezzare, oltre all’ambientazione e la simpatia del personaggio Sharif.
Per saperne di più su Zero
- Titolo: Zero;
- Paese: Italia (Milano);
- Creatore: Antonio Dikele Distefano;
- Cast: Zero/Omar, interpretato da Giuseppe Dave Seke; Sharif, interpretato da Haroun Fall; Anna, interpretata da Beatrice Grannò; Momo, interpretato da Richard Dylan Magon; Sara, interpretata da Daniela Scattolin; Inno, interpretato da Madior Fall; Awa, interpretata da Virgina Diop.
- Episodi: 8;
- Musiche: la colonna sonora è stata composta da artisti italiani. Zero è una canzone originale di Mahmood. Lo stesso artista ha curato le musiche dell’ultimo episodio. 64 barre di Paura è del rapper Marracash. Quando Zero percorre la strada in bici sentiamo il brano di Tha Supreme “Blun7 a Swishland”. Poi anche Emis Killa con Fuoco e Benzina trova il suo spazio. Nella colonna sonora di Zero c’è anche Altalene e altri pezzi stranieri famosi. Diciamo che la colonna sonora di Zero non è affatto male.
- Disponibile in streaming: dal 21 Aprile 2021 su Netflix.
La Recensione
Zero
Zero poteva essere una grande serie tv di supereroi. Peccato che parte con una premessa del tutto irrealizzabile. Forse gli sceneggiatori hanno vissuto poco a Milano. A parte questa cosa - che personalmente ho detestato - Zero ha una bella ambientazione, personaggi intriganti e un gancio unico. Sfortunatamente, pasticcia ovunque, offrendo 8 episodi incoerenti e interpretati da personaggi pensati e scritti male. A parte Omar e Shariff, tutti gli altri protagonisti hanno ben poco da offrire. La sorella di Omar, Awa, mostra il suo carattere solo all'ultimo... il suo sviluppo è sia affrettato che forzato, portando a una svolta davvero imbarazzante che semplicemente non funziona e non è credibile. Questo per non parlare della banda di Shariff, dove le sottotrame vengono semplicemente abbozzate per poi essere abbandonate senza una chiara risoluzione. La seconda metà di Zero lavora per minare e infrangere le regole stabilite all'inizio. Ad esempio, ci viene detto che l'elettricità può distruggere i poteri di Omar. Eppure, più tardi tiene in mano un cellulare e registra una conversazione incriminante senza problemi. Questa storia sulle origini di un supereroe non prende mai il via, divisa tra l'essere un dramma familiare, una critica sociale sulle differenze tra ricchi e poveri e un film d'azione. Il risultato è una serie tv sconnessa in tutte le sue parti... a cui non auguro una seconda stagione, che però, sono sicuro che si farà.
PRO
- La serie è stata creata da un vero fumettista
- Sharif è molto divertente
CONTRO
- Incoerente
- I personaggi sono scritti male
- Irrealistico anche nel sociale